Sugli arresti (molto)post-Carnevale

Ieri ci siamo svegliate con una brutta notizia: 3 compagnx venutx a sostenere la lotta NOponte alla manifestazione del Carnevale del 1 marzo sono state arrestate nella notte (tra 9 e 10 settembre), e diverse hanno subito fermi e/o perquisizioni.

Per le notizie che abbiamo, le persone arrestate sono accusate, tra le altre cose, di resistenza, danneggiamento, imbrattamento, e due anche di lesioni.

Non ci stupisce ma come sempre ci colpisce la svergognata e pretestuosa narrazione del potere, che ha iniziato a farsi strada sui giornali con articoli tutti uguali, dai termini altisonanti, che riportano (evidentemente dalla velina della questura) la “progressione criminosa” del corteo, i comportamenti “trasmodanti la libera manifestazione del pensiero”, nonché la notizia (finora a noi sconosciuta) che un secondo poliziotto, l’1 marzo, abbia subito lesioni mentre identificava unx dex fermatx.

Come al solito, l’evidente squilibrio di potere, anche mediatico, viene utilizzato per ribaltare e normalizzare la realtà dei fatti.

La violenza, psicologica e fisica, messa in atto dalle forze dell’ordine il giorno del corteo (con la militarizzazione del centro città, la diffusione del panico tra le passanti, minacce e percosse alle manifestanti, cariche spettacolarizzate col corteo bloccato), ma anche nei giorni precedenti e in quelli successivi (in cui loschi figuri giravano per le città siciliane a chiedere alle persone se riconoscessero qualcuno nelle foto del corteo che avevano sul cellulare) viene totalmente normalizzata.

Così come viene normalizzato che per trovare il capro espiatorio da esporre alla pubblica gogna, l’1 marzo, reparti della celere siano stati fatti girare, a corteo finito, nelle strade della movida cittadina e fatti irrompere nella galleria Vittorio Emanuele, luogo chiuso e pieno di adolescenti che si facevano il sabato sera.

Così come è normalizzata la violenza che quella sera, quando due persone sono state “finalmente” fermate, è stata utilizzata per tentare di intimidirle, denigrarle, spaventarle…
E sarebbe da ridere se non fosse così schifoso, che proprio chi ha minacciato di sparare, chi ha ficcato la paletta in bocca durante il trasferimento in questura, chi ha negato di chiamare un avvocato e persino di bere dell’acqua, adesso accusi la sua prigioniera di avergli fatto violenza.

Non ci dilunghiamo oltre… non perché manchi materiale, ma abbiamo già scritto una dettagliata cronaca del teatrino messo in campo dalle istituzioni a ridosso del corteo (lo si può leggere QUI).

Dalle notizie che ci sono giunte, anche gli arresti, i fermi e le perquisizioni di ieri sono state all’altezza della violenza, della negazione dei diritti e della prepotenza già mostrate durante i giorni di marzo. Riportiamo alcuni resoconti diffusi dax compagnx QUI.

È utile ribadire, anche se dovrebbe essere scontato, che non faremo un passo indietro.

È altrettanto scontato (ma necessario ribadire) che rifiutiamo qualsiasi logica di “infiltrati venuti da fuori”: sentire l’ingiustizia sulla propria pelle, ovunque e a chiunque succeda, e mettersi in gioco per portare solidarietà e supporto è la base di ogni sensibilità per la vita.

Gli infiltrati sono ben altri…

Dalle cariche di polizia, ci teniamo inoltre a chiarire, si è difesa con determinazione (e ha difeso lx presentx) buona parte del corteo, non soltanto tre persone, che sono state estratte a caso dal mucchio e a cui sono state addossate tutte le responsabilità della resistenza.

È chiaro che le istituzioni tutte hanno deciso, già dall’inizio dell’anno, che la lotta NO ponte e in particolare le sue frange più determinate debbano essere il grande mostro da sbattere non solo in prigione ma anche in prima pagina per fare propaganda repressiva e lanciare un chiaro segnale: state zitte.

Non smetteremo di evidenziare, attaccare, difenderci dalla violenza delle istituzioni con i mezzi che abbiamo a disposizione.

Non smetteremo di difendere le nostre terre, le nostre compagne, le nostre vite.

Con i cuori stretti intorno alle arrestate, alle perquisite e alle intimidite.

Non vincerete mai.


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