Monthly Archives: Aprile 2025

“Adesso non si scherza più”

Riceviamo e diffondiamo:

Come un corteo di carnevale, con carro, maschere e coriandoli si trasforma in un attentato terroristico.

“Quel pessimo scherzo di Carnevale che indigna e offende Messina”;

“Cavernicoli e antisemiti”;

“La battaglia contro il Ponte utilizzata per far casino e aggredire i poliziotti”;

“Contro il progresso e a sostegno dei terroristi”.

Che il terreno fosse accidentato era facile da intuire, ma fossero le strade già spianate non servirebbe aprirne di nuove. Invece difficile era intuire che un corteo carnevalesco avrebbe provocato una canea mediatica talmente feroce da sfornare in poco tempo centinaia di articoli per attaccare un corteo di 300 persone.

“…mi chiedo in cosa la nostra società abbia sbagliato, nel produrre soggetti che, privi anche del minimo senso civico, colgono ogni occasione per offendere, aggredire, fare violenza…Che fine hanno fatto i valori che si insegnano nelle scuole?”

Vent’anni di controversie sul ponte hanno destato enorme attenzione negli ambienti siciliani del cemento e dal malaffare che sulla sua costruzione e i suoi indotti hanno solo da guadagnare, inoltre i rubinetti aperti del governo erogano già fondi per consulenze ed appalti che vanno difesi.

A discapito dei clichè, la prima voce ad alzarsi a protezione degli interessi di pochi non sono dei botti, ma la macchina del consenso. Ormai tramontata l’era dei media mainstream, l’informazione si snoda tra vari blog e social. Loro è il compito di alzare la tensione, loro è il compito di mettere in moto la macchina del fango. Ed è così che un paese impoverito culturalmente mostra il livello di miseria intellettuale in cui è ridotto, privo di bussole ed ideologie spolverato da una superficiale patina di democrazia liberale non può che dar luogo a discorsi pedagogici che assomigliano sempre di più a quelli da bar…

Farlo dove si concentra un interesse strategico nazionale funge da amplificatore, quindi se la presa di posizione di Salvini è ormai un obbligo del sabato sera, il coinvolgimento di Piantedosi dimostra, se ce ne fosse il bisogno, quanto i governi sprechino e dilapidino denaro pubblico per questioni che riguardano più l’immagine che le necessità. In questa ottica il Ponte è fondamentale, in special modo dopo il flop dei centri di detenzione per rifugiati dislocati in Albania.

In questo contesto si comprende che non si necessita di un serio delitto per scatenare il coro di disapprovazione dei media, ma basta vergare delle: “scritte di protesta sui muri di diversi edifici ….. Un atto che ha suscitato indignazione, svuotando di significato la legittima espressione di dissenso pacifico” per trasformare i manifestanti no ponte in una cellula di Al Qaeda. Per equiparare petardi ad ordigni, per vedere un assalto dove sta una coraggiosa difesa di un corteo con famiglie a seguito.

Al netto di cariche, inseguimenti, rastrellamenti, identificazioni e fermi sono una decina le posizioni da valutare nei confronti dei manifestanti, non molto per giustificare l’intervento diretto del ministro degli interni. Ma l’interesse sta tutto nel soffiare sul fuoco perché la trappola sia ultimata e la vittima bollita senza manco accorgersene. L’esca è lanciata e fulmineamente in modo coordinato alcune anime del movimento NoPonte praticano una cieca dissociazione che li porta a solidarizzare con gli aggressori (sembra un vizio ricorrente), a stigmatizzare le scelte altrui, fino ad alimentare la caccia all’uomo…

Ecco come per bieco e palese elitarismo e calcolo politico contingente, quanto poco lungimirante, si consegna l’intero paese ad un regime postdemocratico. Le vittime sono le persone reali, quelli che perderanno la casa, il paesaggio, il luogo del “cuore”, quel minimo di ecosistema che ci permette di sopravvivere, quelli avvelenati dai materiali di risulta, quelli che ne soffriranno per anni, quelli che perderanno il poco che ancora il mare dello strettto custodisce, quelli che soffrono per mancanza di ospedali, cure adeguate, scuole ed istruzione inclusive, quelli a cui mancano i mezzi di sussistenza, quelli che faticano per “arrivare a fine mese”, quelli che sono spinti alla marginalità, che sono costretti alla miseria e che vengono seppelliti tra le mura delle carceri, quelli che non hanno voce….Perché loro griderebbero con tutto il fiato che hanno in corpo, di sapere veramente cosa è la violenza e chi la subisce quotidianamente.

La violenza è ben altra cosa. La violenza è sequestrare qualcuno perché non ha un conto in banca o il colore della pelle “sbagliato”, la violenza è privare delle possibilità di una vita dignitosa, per poi privare della libertà chi non ha una vita dignitosa. La violenza è ospitare a scuola polizia e militari per insegnare ad accettare e rispettare la violenza del potere, la violenza è fare affari vendendo mezzi di morte per fare le guerre, la violenza è morire per uno stipendio da fame, la violenza è partecipare con parole, opere e mezzi allo sterminio di una intera popolazione.

“il rischio di mescolare pericolosamente ciò che va tenuto distinto. Una cosa è chi protesta secondo le regole della democrazia e della Costituzione, come il movimento no ponte ha sempre fatto. E altro chi s’inserisce in una battaglia politica per sputare il proprio veleno che ha in corpo. E attende il momento solo per creare il caos, godendo della reazione del potere.”

La solita solfa dei barbari venuti da lontano, della brutalità dei vandali, dell’amore per la violenza, come se chi manifesta non fosse cosciente che il rischio di perdere la libertà è sempre presente, del decoro prima dell’umanità, della fragilità in cui versa la democrazia minacciata dagli unici che la praticano quotidianamente, il solito trito e ritrito peloso distinguo tra buoni e cattivi. Una storia già sentita troppe volte se non fosse che ormai non corriamo alcun pericolo di cadere in un regime autoritario, perché ci scivoliamo lentamente quanto inesorabilmente e in modo concreto giorno dopo giorno. Così la domanda di maggior repressione chiesta a gran voce a destra e sinistra trova subito una corrispondenza in una fascistissima mozione del podestà di Messina che non aspettava altro…

“….ovviamente in coordinamento con la Questura, a far sì che in futuro si impedisca l’uso del suolo pubblico e sia negata l’autorizzazione per raduni, manifestazioni e cortei promossi da associazioni che abbiano già dimostrato di fomentare l’odio e incitare alla violenza, accogliendo tra le proprie fila facinorosi, personaggi violenti in stile black bloc, venuti anche da fuori, che hanno quale unico obiettivo quello di creare scontri con le forze dell’ordine o caricarle, imbrattare muri o minacciare di morte”

Oltre ovviamente ad invitare i sudditi alla partecipazione nella punizione esemplare:

“costituendosi parte civile nei procedimenti penali avviati nei confronti dei responsabili; a valutare la possibilità di richiedere il risarcimento dei danni subiti dalla città ai responsabili delle associazioni che hanno organizzato le manifestazioni poi sfociate in guerriglia urbana”.

Come gran finale l’ipocrita piagnucolio coccodrillesco della sinistra che formalmente raccoglie quello che ha seminato stando nel campo della destra; la subalternità totale al capitale e la sua totale inconsistenza politica. Archiviando con i fatti qualsiasi lotta che non sia pacifica testimonianza della protesta, stanno contribuendo a rendere un sistema sempre più ingiusto e catastrofico, inevitabile e immutabile a qualsiasi cambiamento dal basso. D’altronde cosa mai si è conquistato con la lotta? A parte praticamente ogni libertà? Sicuramente meglio una raccolta di firme, una class action, oppure perché no? Dotarsi del servizio d’ordine di Cicalone o chiedere al Gabibbo! Make Messina Great Again!

Solidarietà e complicità con i partecipanti al carnevale no ponte!

Smascheriamoli perché ADESSO NON SI SCHERZA PIU’!

Sempre con la popolazione palestinese e tutti gli sfruttati che si ribellano!


\\POLIZZI GENEROSA (PA\\ LA VIA CRUCIS DEL CARCERE- Ne parliamo con Charlie Barnao

Riceviamo e diffondiamo:

Con 88 suicidi nel 2024, e diverse centinaia di tentativi sventati, con la creazione di sempre nuovi reati e l’aggravio penale di quelli esistenti, con il sovraffollamento e il trattamento psicofarmacologico di massa, la funzione del carcere è di rieducare tutte/i alla legittimità della tortura degli indesiderati, dei prodotti difettosi di questa societa. Una funzione di tortura che, in tempi di mobilitazione bellica totale, non puo che aggravarsi.

VENERDI 18 APRILE, ORE 18:00, POLIZZI GENEROSA (PA)

ALAVÒ- laboratorio per l’autogestione


PALERMO// RIQUALIFICAZIONE SIGNIFICA SBIRRI NELLE STRADE GENTE IN GALERA E CPR\\ Sabato 19 Aprile

Riceviamo e diffondiamo:

Palermo è cambiata molto negli ultimi anni. Il turismo ha modificato completamente molte strade e interi quartieri. Gli interventi del comune negli anni hanno sia assecondato l’ondata turistica, sia favorito progetti di cosiddetta “riqualificazione”, cioè messa a valore di aree a fini speculativi, rendendole più attraenti per nuovi abitanti e frequentatori, più ricchi o comunque più decorosi e controllabili. Questi cambiamenti sono stati possibili solo grazie a un maggior controllo della popolazione, da parte degli sbirri e delle telecamere presenti ovunque. Una grossa mano è stata poi data dall’associazionismo, soprattutto di sinistra, che ha fornito la copertura ideologica e la manodopera per portare avanti buona parte dei progetti di “riqualificazione”. Ballarò è un buon esempio di questi cambiamenti, ma nel quartiere tali dinamiche non hanno totalmente preso il sopravvento. Le diverse “comunità” riescono ancora a mettere in campo forme di abitare e vivere il quartiere resistenti al controllo dello Stato. Recentemente il contrasto alla vendita di crack e le regolarizzazioni del mercato storico e di quello dell’usato sono state le occasioni per un rinnovato intervento statale, chiesto a gran voce dalle associazioni. Le conseguenze non sono tardate ad arrivare. Ballarò, l’Albergheria e le aree circostanti sono infestate giorno e notte da volanti e falchi in borghese. Negli ultimi mesi si sono succeduti numerosi fermi di polizia con arresti, trasferimenti in cpr e correlate violenze sbirresche. Nel frattempo il governo ha messo a punto nuove norme repressive, che prevedono numerosi nuovi reati e aumenti delle pene, insomma più carcere per sempre più persone. Il governo ha pure previsto l’apertura di nuovi cpr, centri per il rimpatrio, cioè luoghi dove rinchiudere le persone prive di permesso di soggiorno prima di deportarle. Queste misure, quindi carcere e cpr, andranno a colpire anche la gente di Ballarò, soprattutto chi sarà ritenuto un ostacolo ai cambiamenti in corso.

RIQUALIFICAZIONE SIGNIFICA SBIRRI NELLE STRADE, GENTE IN GALERA E CPR

È il momento, per chi non vuole lasciare tutto in mano a politicanti e sbirri, di prendere la parola e cercare i modi per auto-organizzarsi.


CATANIA 15 APRILE H.18.00 – CASTELLO URSINO

Riceviamo e diffondiamo:

LO STATO È ASSASSINO

Le persone detenute nel CPR di MILO a Trapani hanno urlato giorni fa a dellx solidali che si erano recatx sotto le mura di quella prigione che “dentro è guerra” e che due persone sono morte. Si aggiungono alle 45 persone ammazzate nei CPR italiani da quando la detenzione amministrativa (che è poi quella che usa lo stato sionista sullx palestinesi) è arrivata in Italia. E la strage di queste strutture è iniziata proprio in Sicilia. Quando a Trapani, nel 1999, sei tunisini sono stati bloccati dentro la loro cella in fiamme e arsi vivi.

Attivistx tunisinx stanno denunciando con forza da settimane che durante il mese di marzo almeno due uomini tunisini sono stati ammazzati nelle carceri italiane. Dove ogni quattro giorni chissà come mai qualcunx si suicida. È chiaro che quelle sono morti di stato.

Di uno stato razzista e classista che isola, reclude, deporta, annienta. L’interesse per le vite umane dello Stato italiano è sempre più evidentemente nullo, TORTURA DOPO TORTURA. Dall’inizio di quest’anno, nelle carceri italiane sono morte 88 persone, di cui 28 suicide. Tra queste morti, 12 erano considerate senza fissa dimora – e di queste 9 erano persone non europee.

Spera di agire di nascosto il governo. Oggi aveva pianificato di effettuare il primo trasferimento nel CPR in Albania, dove pensa di poter isolare e violentare le persone migranti senza alcun disturbo. Nell’ennesimo tentativo di dissimulare che l’impresa coloniale di delocalizzare in Albania le strutture che contengono e detengono chi sbarca in Italia sta fallendo, è da settimane che prepara questa deportazione. Nei giorni scorsi aveva fatto confluire al CPR di Brindisi detenuti selezionati in altri CPR d’Italia e preparato la nave militare per portarceli.

Ma questo viaggio oggi non si è fatto! Il coraggio di chi ha resistito alla propria devortazione l’ha impedito. E ci indica la strada da percorrere. Perché saniamo che non è finita qui, che ci proveranno di nuovo a deportarli in Albania.

STA A TUTTX NOI ROMPERE L’ISOLAMENTO E NON LASCIARLX SOLX

STA A TUTTX NOI FERMARE GLI OMICIDI DI STATO!

ASSEMBLEA PUBBLICA

Contro il Decreto Sicurezza e contro le deportazioni nel nuovo CPR in Albania!

Ci vediamo al Castello Ursino (CATANIA) martedì 15 aprile alle 18.00!


Giornata Globale di Protesta: contro le politiche razziste di deportazione della Germania e la sua repressione della solidarietà con la Palestina: 12 aprile 2025

Riceviamo e diffondiamo:

Sabato 12 aprile, invitiamo le persone di tutto il mondo a unirsi in una Giornata Globale di Protesta contro la crescente repressione della solidarietà con la Palestina da parte della Germania e le sue politiche razziste di deportazione che prendono di mira le comunità marginalizzate.

Dopo aver deportato quattro compagnx da Gaza a febbraio, ora la Germania intende deportare tre cittadinx dell’UE e unx statunitense per il loro coinvolgimento nel movimento pro-Palestina. La repressione della Germania nei confronti di palestinesx e solidalx con la Palestina, così come le sue pratiche aggressive di deportazione, fanno parte di un tentativo più ampio di silenziare il dissenso e violare i diritti fondamentali di rifugiatx, di migrantx e di attivistx.

Questo è un momento cruciale per stare insieme e chiedere giustizia per tutti coloro che stanno affrontando deportazioni e repressione in Germania.

Cosa puoi fare:

  • Organizza proteste presso le ambasciate, i consolati o le istituzioni locali della Germania. Scendi in strada e fai sentire la tua voce! Se ti trovi a Berlino/Brandenburg, unisciti alla protesta a Leopoldplatz a Wedding alle 14:00.
  • Esprimi il tuo dissenso contro TUTTE LE DEPORTAZIONI! Fai sapere alla Germania che il mondo non starà a guardare mentre uccide, rapisce e deporta le persone illegali.
  • Mira ai profittatori delle frontiere tedesche: denuncia, boicotta e interrompi le attività delle aziende tedesche che traggono profitto dalle deportazioni, dalle compagnie aeree agli sviluppatori di software di sorveglianza e alle aziende che costruiscono carceri.
  • Amplifica voci e azioni sui social media—#BoycottGermany, #Stopdeportationsingermany, #AbolishFrontex, #NoHumanIsIllegal, #FortressEurope, #ThisPactKills

Questa Giornata Globale di Protesta è un appello a tutte le persone, ovunque si trovino—la tua solidarietà conta. Questo è un movimento globale e siamo tuttx connessx.

Uniamoci in solidarietà internazionalista contro la repressione, in difesa di una Palestina libera, in difesa della libertà di movimento per tuttx! Smantelliamo la macchina delle deportazioni ovunque!

Insieme possiamo fare la differenza. Scendiamo in strada, alziamo la nostra voce e chiediamo libertà e giustizia per tutti.
TUTTI IN STRADA IL 12 APRILE!

EN:

Global Protest Day: Stand Against Germany’s Racist Deportation Policies and Its Crackdown on Palestine Solidarity Date: 12th of April 2025 On Saturday the 12th of April, we call on people worldwide to unite in a Global Protest Day against Germany’s escalating repression of Palestine solidarity and its racist deportation policies targeting marginalized communities.  After deporting four Gazan comrades in February, Germany now wants to deport three EU citizens and one US citizen for their involvement in the pro-Palestine movement. Germany’s crackdown on Palestinians and Palestine solidarity activists, as well as its aggressive deportation practices, is part of a broader attempt to silence dissent and violate the basic rights of refugees, migrants, and activists.  This is a critical moment to stand together and demand justice for all those facing deportation and repression in Germany. What you can do: Organize protests at German embassies, consulates, or local institutions. Take to the streets and make your voice heard! If you are in Berlin/Brandenburg join the protest at Leopoldplatz in Wedding at 2pm Speak out against ALL DEPORTATIONS! Let Germany know that the world will not stand by while it kills, abducts and deports illegalized people. Target German border profiteers – Call out, boycott and disrupt German companies that profit from deportations, from airline companies to surveillance software developers and prison construction companies.  Amplify voices and actions on social media—#BoycottGermany, #Stopdeportationsingermany #AbolishFrontex, #NoHumanIsIllegal, #FortressEurope, #ThisPactKills  This Global Protest Day is a call to people everywhere—no matter where you are, your solidarity matters. This is a global movement and we are all connected – Let’s stand in internationalist solidarity with one another against repression, stand for a free Palestine, stand for freedom of movement for everyone! Dismantle the deportation machine everywhere! Together, we can make a difference. Let’s take to the streets, raise our voices, and demand freedom and justice for all. ALL OUT ON APRIL 12th!

CONTRO OGNI GALERA! CONTRO LO STATO RAZZISTA E COLONIALE! CONTRO OGNI LUOGO DI RECLUSIONE! CONTRO OGNI CPR!


A DIFESA DELL’ANTIFASCISMO MILITANTE

A DIFESA DELL’ANTIFASCISMO MILITANTE

Antifascimo è antisionismo, antisionismo è anticapitalismo.

Fino a quando i fascisti continueranno a bruciare le Case del popolo, case sacre ai lavoratori, fino a quando i fascisti assassineranno i fratelli operai, fino a quando continueranno la guerra fratricida gli Arditi d’Italia non potranno con loro aver nulla di comune. Un solco profondo di sangue e di macerie fumanti divide fascisti e Arditi”.

Il 25 Aprile, ormai da tempo, è mera e vuota ricorrenza, in cui il paese per un giorno attua la “liturgia della resistenza”, priva di ogni contenuto attuale e riferimento reale, spinta dalla sinistra istituzionale, ansiosa di strumentalizzare la giornata e i sentimenti che suscita per fini propagandistici.

Adesso, troviamo proprio impossibile attraversare le piazze “antifasciste” del 25 Aprile che si riempiono solitamente di bandiere, e di partiti, aderenti alle sacche di repressione dello Stato, complici con il Genocidio Palestinese, proprio in questo momento quelle piazze rischiano anche di essere ulteriormente vilipese e snaturate dalla propaganda di Guerra.

La bandiera dell’UE non paga di essere lorda del sangue palestinese con il progetto REArm EU continua ad assumere connotati coloniali e guerrafondai stavolta recitando l’epitaffio sul tanto decantato mondo 

libero occidentale.

E che se lo mettano bene in testa tutte quelle organizzazioni politiche antagoniste che durante l’anno si impegnano ad indicarci la via maestra per la redenzione dal capitale!

Quello che succede a Gaza non è una guerra tra stati bensì un genocidio da parte di uno stato nei confronti di un intero popolo, quello palestinese, che prova a ribellarsi e liberarsi dall’oppressione. 

Un tenace movimento di Resistenza popolare che si oppone ad una delle potenze militari ed economiche più forti del pianeta, Israele, che vanta le migliori tecnologie, i migliori armamenti, il migliore esercito ed una diffusa volontà di pulizia etnica.

Questo dimostra che: la sterilizzazione dell’antifascismo operata dall’intero arco istituzionale, ha operato attraverso la selezione di forme e gestualità occasionalmente represse, lasciando i contenuti e l’essenza a diluirsi nella marea delle ingiustizie umane.

Quindi mentre ci inorridiamo di fronte a braccia tese, marce a passo dell’oca o al rifiuto di rinnegare il ventennio, siamo impassibili di fronte alla detenzione su base etnica dei cpr, alle deportazioni, alle misure di prevenzione poliziale, alla profilazione della repressione.

Ma non solo, come definire la speculazione finanziaria, la turistificazione, la deregolarizzazione del lavoro, la privatizzazione di scuole ed ospedali? Termini gentili ma non meno portatori di miseria, povertà e lutto.

Nel contesto dei già approvati decreto anti-rave, decreto Caivano e persino del nuovo codice stradale è al varo il DDL 1236 che si prepara a diventare il decreto legge più repressivo in tutta Europa. 

A farne le spese saranno soprattutto lx detenutx e lx migranti a cui non possiamo che stringerci provando a creare ponti solidali, se carceri e cpr si chiudono col fuoco dellx reclusx il nostro impegno è di essere il fuoco 

della vendetta. 

A giovarne invece saranno le forze dell’ordine con più deterrenza, scudo penale, incitazione all’uso di armi da fuoco e maggiore discrezione sull’uso della forza. Il Fascismo è già qui!

Ma la variante umana non è uno scherzo! Gaetano Bresci che uccide il re ci insegna che a frapporsi tra la guerra ed i popoli innocenti c’è la 

vendetta e la rabbia di chi cospira contro il potere.

A Catania il 25 Aprile andrà in scena la carcassa di quella che ancora molti si pregiano di chiamare ancora antifascismo e noi a questo vogliamo opporci, vogliamo che voli la civetta.

Chiamiamo all’azione e al conflitto sociale tuttx lx antifascistx che si oppongono alle logiche del profitto e del capitale per organizzare un 

momento di rottura collettivo, per sovvertire l’ordinario, per riprenderci il presente. 

SIAMO TUTTX ANTIFASCISTX? TUTTX?


MAGGIO ANTIMILITARISTA

Vogliono che i nostri corpi siano complici con la militarizzazione permanente dei territori, terrorizzando, assassinando e distruggendo in nome di una falsa sicurezza di cui beneficia solo l’estrattivismo e lo sfruttamento. Non fate affidamento su di noi!! 


Vogliono i nostri corpi per la guerra ed il servizio militare mentre ci uccidono di misoginia e macismo per le strade. Ora basta!! Non contate su di noi.


Ci vorrebbero utilizzare come giustificazione per la spesa militare, una giustificazione bastata sulla paura prodotta dallo loro stessa mano armata. Non saremo parte di questo. Non fate affidamento su noi. 


Chiamiamo all’azione collettiva e solidale tra i popoli contro l’industria degli armamenti, della morte e della discriminazione. La sicurezza proposta dagli Stati e il capitalismo è una finzione che perpetua il monopolio della violenza alimentando continuamente lo scambio di armi, le oppressioni dei popoli e lo sfruttamento dei territori. 


Nella Ramalc (Rete Antimilitarista dell’America Latina e dei Caraibi) crediamo nella sicurezza come una convivenza comunitaria es empatica che si costruisce congiuntamente in ognuno dei territori che abitiamo, in maniera orizzontale, come esercizio di azione diretta. 

Questo e tutti i 15 di maggio sono il giorno internazionale del diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, il diritto a dire NO all’essere parte di guerre e morte. In tempo di militarizzazione ed autoritarismo non collaborarvi è un esercizio di libertà e solidarietà indispensabile.

DICHIARATI OBIETTORA!!!!