Ma è veramente ancora possibile lasciarli fare? Quanto ancora ci si può dimostrare accondiscendenti in cerca di perenne mediazione con l’esistente?

Venditori di sabbia nel deserto, queste lingue biforcute si aggirano seminando la loro menzogna. FIRMATE FIRMATE.

Una scorpacciata di consenso per il ponte, le imprese del Nord che entreranno nel progetto, e i politici che le avranno aiutate. In questi giorni, al villaggio UNRAA, contesse, città di Messina, un bachetto di Lega-Prima l’Italia raccoglie firme per chiedere di coprire il segmento del torrente S. Filippo che permetterebbe al Villaggio di avere una seconda entrata. Sì, perché al quartiere della zona Sud si può accedere da un’unica strada, da dove passano – oltre agli abitanti – i mezzi pesanti di diverse imprese di servizi e logistica e, da un po’ di tempo, anche i mezzi che depositano materiali di ogni sorta nel cantiere adiacente alle case ed al mare. Strano… in mesi e mesi di allarme sanitario ed ecologico non hanno emesso un fiato riguardo l’arsenico e le polveri sottili che si diffondevano nell’aria e nell’acqua… ora improvvisamente appoggiano una richiesta che gli abitanti del luogo fanno da decenni.

In apparenza è ancora piu strano che loro, che sventolano la paternità della mega-opera che stuprerà la nostra terra, sicuri che in estate – forse proprio da Contesse – apriranno i cantieri, chiedano un intervento già previsto dal progetto ponte!

Sappiamo infatti che, secondo il progetto, proprio da villaggio UNRRA avrebbe inizio il perforamento della terra per la nuova ferrovia che, attraverso due gallerie sub-urbane, giungerebbe all’impalcato del ponte. Ma di questo, nello sbandierare la loro nuova sensibilità per i problemi degli abitanti della zona, neanche una parola.

Indicato con marrone chiaro l’area del torrente S. Filippo già inclusa nel progetto ponte sullo Stretto.

Una nuova viabilità per il Villaggio UNRRA” recita il manifesto del loro rituale di menzogna, apponendo il camouflage della vox populi ai loro interessi milionari.

Manipolazione in due step: ingraziarsi gli abitanti del luogo insinuando nelle loro teste che, a fronte di veleni ed espropri, qualcosa di buono anche per loro c’è, nel progetto del ponte; poi, utilizzare gli stessi abitanti come leva per legittimare i cantieri. Ma con chi pensano di avere a che fare?! Hanno la pretesa di poter sempre imbrogliare chiunque con le loro belle parole…

Ma per chi chiedono questa “nuova viabilità”? Per ancora altre miriadi di camion stracolmi di materiale da cantiere che scorrazzeranno qui e lì per le strade? …tanto, comunque, tra espropriati e trasferiti forzati, saranno poche le persone che rimarranno in quartiere!

Continuano imperterriti a porsi come i mediatori del ‘ben vivere’, del futuro avvenire, unici interpreti di ciò che è meglio; cercano di costruirsi rifugio e legittimità dietro un “mandato popolare”, quello delle stesse persone che dai loro cantieri perderebbero di più. Dall’altra parte, intessono la narrazione del costantemente incipiente inizio dei cantieri; poi, subito dopo, qualche notizia smentisce e rimanda lo stupro a qualche mese dopo. Di estate in estate la corda della forca sembra stringersi sempre più al collo della gente.

Intanto, la narrazione da guerra ha lasciato spazio a un’organizzazione del controllo e della repressione nel contesto cittadino sempre più improntata agli scenari di guerra. La riorganizzazione del regolamento di polizia urbana e la richiesta di strumentazione da antisommossa per la polizia municipale ( in diretto riferimento ai prossimi cortei No ponte!) sono solo gli ultimi dei provvedimenti che stringono la città.

Vogliono convincerci in tutti i modi a consegnare i nostri luoghi di vita nelle mani di chi ne farà strazio a viso scoperto; in cambio di qualche briciola che non potremmo neanche mangiare, quando ci avranno tolto tutti i denti. Lo fanno attraverso le menzogne che ogni giorno propinano a mezzo stampa e/o telecamera, lo fanno attraverso la fame che impongono su luoghi e persone sempre più depredate, lo fanno con i loro banchetti raccogli firme, con il loro continuo caldeggiare il processo democratico colluso e pilotato da signori del cemento e della finanza, senza il quale non esisterebbe per loro alcuna possibilità di esistenza.

Ma è veramente ancora possibile lasciarli fare? Accettare tacitamente la prepotenza con cui impongono la loro squallida presenza? Quanto ancora ci si può dimostrare accondiscendenti in cerca di una perenne mediazione con l’esistente?

Diciamo NO alle loro luride menzogne! Non possono sempre averla vinta loro, non possono sempre fare tutto ciò che vogliono, soprattutto perché il loro volere è sempre e comunque contrario alla vita ed alla gioia.


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